Federica Marchetti è freelance, scrittrice, art director e creatrice della fanzine sul giallo “Il Gatto Nero” e del sito http://www.ilgattonero.it dove si occupa di giallo. Oltre a collaborare con siti e riviste, ha organizzato e curato numerosi incontri culturali tra cui la rassegna “Viterbo in Giallo”, giunta alla 2° edizione. Ha, inoltre, creato “I racconti del Gatto Nero”, una serie di gialli ambientati a Viterbo, curato club di lettura e organizzato cene con delitto. Dopo “Giallo inTV” e numerosi altri racconti, ha pubblicato i romanzi “Fuga d’autore”, “Lady Madonna” e “La Signora in Giallo. Che fine ha fatto Jessica Fletcher?”. A seguito della sua partecipazione al Donne in Giallo&Noir a Tolfa, lo scorso 8 Marzo, l’abbiamo intervistata.
Laureata con una tesi sul giallista francese Léo Malet, creatrice di un sito dove si occupa del giallo a 360°, organizzatrice e curatrice di incontri culturali come la rassegna “Viterbo in Giallo” e molto altro: già dando una rapida occhiata alla sua biografia ci si rende conto di quanto il genere giallo la appassioni profondamente. Da dove deriva questo interesse?
Dalla curiosità e dal gioco insite nella logica del giallo stesso. È tutta una girandola di rimandi, di sfide, di approfondimenti, di ripensamenti, di sensazioni e di deduzioni. Il primo giallo che ricordo di aver letto era un’avventura di Nancy Drew ed io ero un’adolescente ancora alla ricerca di una strada da percorrere. Una volta scoperto, il genere mistery, è diventato indispensabile ed io non sono stata più capace di farne a meno.
I suoi primi libri, “Fuga d’autore” e “Lady Madonna”, però, non solo non sono gialli ma sono anche generi molto diversi tra di loro. Che cosa ha significato la pubblicazione di questi due libri per lei?
C’è da fare una breve premessa: io scrivo per passione, per un’esigenza personale e per un’inarrestabile spinta che mi viene da dentro. Quando mi dedico ad uno scritto la forza che mi muove è sempre personale quindi ogni libro parte da una pulsione.
“Fuga d’autore” è un romanzo non di genere sebbene io lo consideri di formazione, è stato il mio primo scritto e la sua realizzazione risale al 1998. All’epoca tirarlo fuori dalla mia testa fu difficile e complicato ma una volta finito per me fu come una rinascita. Cinque anni di gestazione e soprattutto un lungo processo personale per digerirlo e buttarmi in quella nuova avventura, inconsapevole che sarebbe stato il primo passo verso un cammino infinito.
“Lady Madonna” è un omaggio ad una delle mie artiste preferite che seguo dal suo esordio. Scriverlo è stato come fare un viaggio indietro nel tempo alla ricerca dell’origine di tanta passione. Per scriverlo ho ripassato tutta la carriera di Madonna attraverso musica, video e interviste e ammetto di essermi innamorata di lei una seconda volta, della sua grinta, di quella determinazione che può portarti ovunque, del sogno che con la voglia di fare si può arrivare in alto.
Ci può parlare de “La signora in giallo. Che fine ha fatto Jessica Flethcer?”, il suo ultimo libro?
Dalla passione per i telefilm passando attraverso la mia esperienza di giornalista televisiva non potevo non dedicare un intero volume alla serie poliziesca, secondo me, migliore di tutti i tempi, di stampo classico, interpretato da un’attrice, Angela Lansbury, che ha saputo infondere al personaggio il talento e lo spessore che la contraddistinguono da sempre per creare un’icona intramontabile, anche grazie alle infinite repliche in onda ancora oggi. Nel libro ho cercato di raccontare ogni dettaglio sulla produzione, sulla protagonista, sulla sua interprete, rivivendo tutta la serie episodio per episodio. Noi telespettatori siamo talmente legati a Jessica Fletcher che, sebbene la serie sia finita nel 1996, la consideriamo ancora oggi come una di famiglia e, nonostante conosciamo a memoria tutte le sue storie, non possiamo fare a meno di rimanere incollati davanti allo schermo quando parte quell’ipnotica sigla che per 12 stagioni non è cambiata mai.
Quali sono le sue impressioni su “Donne in Giallo&Noir”, l’evento a cui è stata ospite lo scorso 8 marzo?
Ottima: ho percepito soprattutto tanta voglia di condividere un’esperienza culturale creata con passione e attenzione. Sono stata orgogliosa di averne preso parte e sarò sempre felice di partecipare ogni qualvolta vorranno invitarmi.
Come si fa a scrivere un buon romanzo giallo?
Servirebbe la bacchetta magica ma tecnica, buone idee e soprattutto l’editore giusto potrebbero aiutare.
Crede che la giallistica sia molto apprezzata dai lettori italiani?
Il giallo è un genere popolare che è sempre piaciuto alla gente, fin dalla sua nascita. Ultimamente ritengo sia un po’ inflazionato a discapito della letteratura non di genere che sembra vivere nell’ombra dei grandi soliti noti ma il problema principale è che in Italia ci sono più scrittori che lettori!
Potrebbe consigliare ai lettori de Il Bibliomane tre letture “gialle” e tre letture di qualsiasi altro genere?
Non me ne vogliano i contemporanei ma spesso mi rifugio nei classici: per il giallo Simenon, Dürrenmatt e Scerbanenco, un romanzo pescato a caso nella loro produzione. Per il resto: “A casa di Mrs Lippincote” di Elizabeth Taylor, “Io sono un gatto” di Natsume Soseki e Bram Stoker con il suo intramontabile capolavoro “Dracula”.