ANCHE I FRANCESI SCRIVONO GIALLI (E PURE BENE!) di Pierfrancesco De Paolis

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Léo Malet ci presenta Nestor Burma la versione francese e politicamente scorretta del nostro Moltalbano.

Il giallo è un genere dalle numerose sfumature, e quelli di Léo Malet ne hanno di scure. Lungi dall’essere un Don Matteo senza i voti, Nestor Burma è, infatti, un investigatore coi fiocchi pronto a tutto pur di portarsi a casa un caso. Anche di andare contro la legge. L’eroe  di Malet è per l’appunto un antieroe, che tra una pipa e l’altra, non smette di farci ridere con il suo sarcasmo. Un sarcasmo che però è anche la marca principale del carisma di Dinamite Burma; tant’è che il detective approderà addirittura alla televisione e al cinema dopo essere passato anche dai fumetti.

Un serie di romanzi ambientati a Parigi nel secondo dopoguerra e una serie di omicidi irrisolti: queste sono le uniche coordinate sulle quali Malet costruisce la saga di Burma.

In 120, rue de la Gare, che è cronologicamente il primo della saga, Burma, da poco uscito dalla prigionia di guerra, si trova a dover indagare sull’assassino di Bob Colomer, ex collaboratore del detective presso l’agenzia investigativa Fiat Lux. Questo delitto però si ricollega direttamente al passato di Burma e alla sua esperienza in prigione. La vicenda si snoda, così, tra Parigi e Lione, tra enigmi e confessioni, e tra verità e dissimulazione. Léo Malet, dunque, ci offre una trama ben congegnata, che unisce momenti puramente investigativi a scene d’azione ed è ricca di colpi di scena pronti a “mordere” il lettore di disattento; lo scrittore si rivela anche abile nell’inserire quel pizzico di suspense che non guasta mai.

Inoltre la narrazione è scandita dall’entrata in scena di personaggi al limite del grottesco: l’ingenuo e paonazzo commissario Bernier, la dispettosa e pungente Louise Brel, il logorroico giornalista d’assalto Marc Covet. Ma quello che prevale su tutti è ovviamente Burma i cui metodi poco ortodossi spingeranno anche i lettori più schivi ad affezionarsi.

120, Rue de la Gare e i romanzi su Burma colpiscono anche per lo stile dell’autore, fedelmente riprodotto dalla traduzione italiana: descrizioni minimali, battute lapidari ed intelligenti (soprattutto quelle di Burma) danno al romanzo un sapore molto contemporaneo per un romanzo che è stato edito la prima volta nel lontano 1943. Proprio per questo qualsiasi tipo di lettore non potrà che appassionarsi alle vicende di Burma, divenendo un suo assistente e perché no…provando a scoprire l’assassino prima di lui!

120, rue del la Gare

di Léo Malet

Fazi editore 2003

9,00€

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