MADAME BARBABLU. QUANDO L’ARTE SI FA MANIFESTO

Locandina

di Sabrina Martinelli

Per dar vita alla magia del teatro non servono testi logorroici o scenografie sontuose, ma intelligenza, sensibilità, empatia con lo spettatore e tanta, tanta bravura. Elementi tutti presenti nella piéce Madame Barbablu, andata in scena il 5 gennaio al teatro Traiano di Civitavecchia.

Lo spettacolo, prodotto dalla compagnia Teatro dell’Illusione, è scritto e diretto da Valentina Salerno che, insieme ad Alessandro De Luca, ne è anche l’interprete. Valentina è un’artista conosciuta a livello internazionale e particolarmente cara al pubblico di Civitavecchia per aver operato sul territorio, non solo come attrice, ma anche dando vita a corsi teatrali rivolti all’infanzia, nonché organizzando eventi. Ha fatto parte per anni della compagnia Teatro Persona di cui era stata co-fondatrice, portando sulla scena spettacoli intensi e particolari. Poi, di pari passo con la crescita artistica, la Salerno ha fondato la compagnia Teatro dell’Illusione, con sede a Roma, che ha tra i propri obiettivi, anche e meritevolmente, di avvicinare i più piccoli al teatro. Artista che cerca nuove possibilità espressive, focalizzando la propria attenzione soprattutto sulle possibilità del corpo, nella consapevolezza che non esiste una gestualità casuale, il suo impegno le ha portato molti riconoscimenti e successi, anche, come accennato, all’estero.

una scena dello spettacoloAlla luce di tutto questo, attendevo con gioia il suo Madame Barbablu e, infatti, non mi ha delusa. Un’opera intensa e onirica, rivolta solo apparentemente ai più giovani, in realtà per tutti e con diversi livelli di lettura. Il più grande punto di forza è nell’obiettivo della Salerno di fare teatro di qualità benché rivolto principalmente ai bambini, nella consapevolezza che l’offerta, non solo, ma tanto più per i più piccoli, è spesso convenzionale e ripetitiva, esente da una reale ricerca e da spessore culturale. Valentina non si è arresa a questo panorama. Vedendo il suo lavoro, comprendiamo come per lei il bambino non sia un mero contenitore da riempire né un individuo incompleto e dall’intelletto ancora limitato, ma, al contrario, una persona in divenire cui è compito dell’artista offrire stimoli nuovi, orizzonti da esplorare, dando spazio soprattutto alla creatività e ai sogni, lasciando al piccolo spettatore il tempo di calarsi nell’atmosfera magica, che va via via avvolgendolo, per trovare dentro di sé le proprie risposte.

È un percorso di conoscenza, non per niente l’invito che viene dal palcoscenico è quello di non aver paura di cercare la verità perché solo chi non si lascerà frenare dal timore troverà la chiave per sfuggire al luogo incantato in cui la protagonista è prigioniera. È un invito a non aver paura di crescere e, per i più grandi, a non aver paura di lasciarsi alle spalle le situazioni false e aride che spesso ci imprigionano perché, oltre le tante porticine della scenografia, ritroveremo noi stessi. Almeno è così che mi è piaciuto leggere questo spettacolo, come un invito ad aprire tutte le porte che la vita ci presenta, senza lasciare, per quanto possibile, ipotesi inesplorate e senza paura perché, porta dopo porta, diventeremo più forti e, indipendentemente dalla nostra età, cresceremo come persone.

La sceneggiatura rifugge coerentemente dalla banalità che ritroviamo sempre nelle opere rivolte ai piccoli e pretende, anzi, da loro attenzione e applicazione nella recezione proprio perché il bambino è visto come parte attiva. Ed il bambino risponde, rispettando i silenzi e i tempi sulla scena. Il piccolo spettatore, impegnato nel proprio percorso di crescita, merita e ottiene dall’artista grandi contenuti. E questo è un altro grande merito di Valentina Salerno, rifuggire dall’ovvietà e dalla convenzionalità anche negli argomenti trattati. Dalla rivisitazione e dalla narrazione della fiaba di Barbablu affiora, infatti, il tema del femminicidio, con delicatezza, ma, a mio avviso, anche con decisione. Ai più piccoli, anche là dove alcuni temi possono non essere immediatamente chiari nella loro descrittività, parlano le emozioni e restano le suggestioni come tanti semini destinati a germogliare.

Madame Barbablu non è solo un modo per trascorrere e far trascorrere ai nostri figli del tempo intelligentemente, ma è un vero manifesto di politica culturale. Un manifesto al quale applaudo.

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